Gli appunti dal forum interreligioso del G20 2020 sono volti a creare suggerimenti per implementare gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite.

Si è ricordato come la pace non sia solo assenza di conflitti ma anche pace tra persone. Le religioni sono volte alla ricerca di questa pace. I saluti delle tre religioni abramitiche sono saluti di pace: shalom, la pace sia con te, salam. Anche il dialogo interreligioso deve dunque avere questa caratteristica di base.

Pannel sul traffico di esseri umani e la schiavitù moderna

Disumanizzare gli individui sulla base del loro orientamento religioso può portare alla nascita di conflitti.

I conflitti armati causano flussi di persone in fuga dalle zone colpite. Persone che, a causa della loro situazione di fragilità, sono a maggior rischio di diventare vittime di tratta, essere sfruttati o diventare schiavi.
Un esempio attuale è la diffusione endemica di matrimoni precoci tra le bambine siriane rifugiate.

Recentemente, abbiamo potuto notare come alcuni gruppi, tra cui Daesh, abbiano usato la religione come mezzo per giustificare la schiavitù.

Le istituzioni religiose hanno il dovere di reagire nei confronti dei discorsi d’odio.
Allo stesso tempo, la loro diffusione nel territorio, le rende adatte all’agire a livello locale contro lo sfruttamento e il traffico di esseri umani. Questo può essere fatto tramite l’educare la comunità locare, l’identificare i flussi di traffico e l’aiutare le vittime.

Pannel sui bisogni dei rifugiati e dei migranti

Il numero attuale di persone rifugiate e di profughi è il più alto della storia.

I rifugiati hanno bisogni spirituali e culturali ai quali è necessario rispondere per garantirne il benessere.

I rifugiati sono spesso vittime di discriminazioni e discorsi d’odio che li possono portare ad essere esclusi dall’accesso alla casa, al lavoro e all’educazione.

Gli enti religiosi possono contribuire nel diminuire i conflitti tra comunità locali e rifugiati. Possono agire per ridurre i timori e i pregiudizi.

Le donne e le bambine corrono maggiori rischi di diventare vittime di matrimoni precoci, sfruttamento e violenze sessuali.
Le famiglie rifugiate sono soggette ad un tasso di divorzi e violenze superiore rispetto a quelli nelle famiglie locali. Questo è dovuto alla loro situazione di fragilità e a traumi passati.
Gli enti religiosi possono aiutare nel creare forme di counseling nell’aiuto volto al superamento del trauma.