Due esempi di dialogo religioso come prevenzione dei conflitti vengono dalla conferenza su “Donne, fede e diplomazia”.
Questa è organizzata da Religions for peace e tocca diversi punti riguardanti il dialogo interreligioso e il ruolo delle donne nella promozione di esso.
Gli esempi, uno passato e uno presente, provengono da Sud Africa e Nigeria.
La religione come mezzo per combattere il razzismo
Ela Gandhi, Onorevole sudafricana, menziona come i leader religiosi fossero in prima fila durante le marce contro l’Apartheid. Essi erano chiamati a diffondere un’idea di eguaglianza e giustizia tra i loro fedeli.
La risposta all’odio fu l’amore. Venne analizzata la Bibbia, nella quale nessun popolo è considerato superiore e nella quale non si menziona il colore della pelle di Dio.
Venne creata una carta dei diritti e dei doveri religiosi. Dove vi è diritto alla libertà vi è anche un dovere di rispetto. Le credenze e i valori altrui devono essere rispettati per garantire la libertà di ognuno.
Una politica basata sull’amore e sul dialogo è necessaria sotto diversi punti.
Per prima cosa, essa aiuta a diminuire il rischio di conflitto. Molti conflitti iniziano infatti con la disumanizzazione dell’altro.
Secondo, vivere, lavorare, andare a scuola insieme ci aiuta a conoscerci, capirci, amarci. La diversità è amare l’altro pur essendo diversi.
Il dialogo tra le religioni come lotta al terrorismo
In Nigeria, Boko Haram basa la sua strategia di reclutamento sull’incitamento all’odio e sulle fake news. Lo Stato ha reagito creando il Consiglio delle Religioni, di cui Cornelius Omonokhua è Segretario Generale.
All’interno del Consiglio delle Religioni, cristiani e musulmani sono impegnati per contrastare le narrazioni di Boko Haram. Il loro lavoro si basa sul dialogo interreligioso.
Una parte fondamentale del loro operato è parlare coi giornalisti per contrastare la nascita di fake news e per condividere informazioni corrette.
I diversi leader religiosi sono chiamati a studiare la teologia delle altre religioni e non solo della propria. Così facendo, si crea l’idea che l’umanità sia nata prima delle idee religiose, che per essere una buona persona di fede si debba essere, innanzitutto, buoni esseri umani.